CEI. SAN LEOPOLDO MANDIĆ NOMINATO PATRONO DEI MALATI ONCOLOGICI
La 72esima Assemblea generale dei vescovi italiani, riunita a Roma, «ha approvato la costituzione di due santi patroni», il primo dei quali è san Leopoldo Mandić, nuovo «patrono dei malati oncologici».
«Fin dagli anni ’80 del secolo scorso», spiega il testo del comunicato ufficiale diramato ieri, «molti medici, ammalati e loro familiari si sono fatti portavoce del desiderio di poter invocare in modo speciale questo santo per una realtà di sofferenza – il tumore – in questo nostro tempo sempre più diffusa e angosciante. I promotori della richiesta, sostenuti da molti fedeli, hanno sottolineato come san Leopoldo – che ha sofferto molto a causa di questa malattia, affrontandola con serenità, spirito di fiducia e abbandono nella bontà divina – possa essere indicato come un esempio nella prova della malattia e come un intercessore presso Dio per invocare il dono della guarigione».
Fr. Mauro Jöhri, Ministro generale dell’Ordine dei frati cappuccini (in carica fino alla fine della scorsa estate) che il 2 dicembre 2017 aveva indirizzato una richiesta scritta al cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, facendosi portavoce del desiderio del nuovo patronato. Desiderio condiviso da un numero crescente di persone. C’era, infatti, l’assenso unanime della Conferenza episcopale del Triveneto e di quella della Croazia, del Ministro provinciale dei cappuccini del Triveneto, della Conferenza dei superiori maggiori delle famiglie religiose della Croazia e quella dei cappuccini dell’Europa Centro Orientale. E c’era la petizione «popolare», ovvero la raccolta di firme tra i devoti del santo, i fedeli del santuario e i lettori del «Portavoce», la rivista del santuario: oltre 67.000 firme da gennaio 2018 ad oggi. Firme arrivate non solo da tutte le regioni della Penisola.
Dopo il placet della Cei manca solo un ultimo passo, ovvero il sigillo ufficiale della Congregazione vaticana per il culto.
Padre Leopoldo ebbe sempre molta attenzione e compassione per le persone ammalate. Ecco qualche testimonianza raccolta nella biografia ufficiale del santo cappuccino: «Se chiamato da un ammalato, col permesso dei superiori, si recava presso di lui sempre molto volentieri. Qualche volta, per recarsi al letto di qualche ammalato grave lasciò anche la confessione». Un’altra testimonianza: «Anche coloro che non avrebbero mai permesso a un sacerdote di avvicinarsi al proprio letto, appena vedevano padre Leopoldo, si commuovevano, si confessavano e spiravano con il conforto della fede».