La canonizzazione (1983)

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Il 9 giugno 1983, fu riconosciuto il miracolo per la canonizzazione di padre Leopoldo. Per proclamarlo santo, papa Giovanni Paolo II scelse lo stesso giorno in cui celebrava il quinto anno di pontificato e il venticinquesimo di episcopato e, significativamente, a una decina di giorni dalla chiusura del Sinodo mondiale dei vescovi sul tema «La riconciliazione e la penitenza nella missione della Chiesa».

Domenica 16 ottobre 1983, sin dalle ore 7, piazza San Pietro a Roma iniziò ad animarsi di pellegrini, provenienti da ogni parte d'Italia e da varie nazioni, dai Paesi dell'Est e dalle Americhe. Dalla loggia centrale della facciata della basilica di San Pietro pendeva un pannello-arazzo raffigurante padre Leopoldo, opera del cappuccino lombardo fra Damaso Bianchi. Un leggero venticello animava quel padre Leopoldo che appariva, stola violacea pendente dalle spalle, tra un Cristo crocifisso dalle braccia allargate e folla che accorre al piccolo cappuccino, ministro di riconciliazione, distributore di perdono e di grazia nella celletta-confessionale di Padova, implicitamente indicata dalla chiesetta dei Cappuccini in Padova, delineata sulla destra.

Gruppi e gruppi di pellegrini, preceduti da cartelli indicatori di provenienza (si leggevano i nomi di tante città e regioni), prendevano posto nell'ampia piazza transennata e offerente migliaia di sedie. Alle ore 9.30, quando ebbe inizio la solenne liturgia eucaristica presieduta dal papa Giovanni Paolo II, la piazza si presentava gremitissima sino all'imbocco di Via della Conciliazione.

Attorno e vicinissimi al Papa, concelebranti con lui, i cardinali Carlo Confalonieri, decano del sacro Collegio, Marco Cè, patriarca di Venezia, Franjo Kuharic, arcivescovo di Zagabria, i due arcivescovi mons. Frane Franic, arcivescovo di Spalato, mons. Filippo Franceschi, vescovo di Padova, e padre Flavio Roberto Carraro, ministro generale dei Cappuccini.

Attorno all'altare, allestito sul ripiano della basilica di S. Pietro, una cinquantina di cardinali e sessanta vescovi (cf. L'Osservatore Romano, 17-18 ottobre 1983, p. 6) in rappresentanza dell'episcopato mondiale, riuniti a Roma per il Sinodo sul tema “La riconciliazione e la penitenza nella missione della Chiesa”. Oltre 70 mila fedeli (cf. Corriere della sera, 17 ottobre 1983, p. 2, scrive “centomila fedeli” Il Gazzettino, 17 ottobre 1983, p. 3) vibravano nell'attesa di sentire la voce del Papa dichiarante “santo” padre Leopoldo, il fraticello tutto bontà nell'ascoltare le confessioni a Padova, dal 1909 al 1942. Oltre 6.000, fra i quali 150 sacerdoti, provenivano dalla Croazia e dalla Slovenia e da altre regioni slave; oltre 10 mila pellegrini veneti, fra i quali settemila i fedeli della diocesi di Padova, pervenuti in una interminabile colonna di 150 pullman, con il loro vescovo mons. Filippo Franceschi, il vescovo emerito mons. Girolamo Bortignon, il sindaco, il prefetto, il presidente della Provincia, il rettore dell'università, il presidente della Regione e altre autorità.

Fortunatissima, tra i presenti, la signora Elisabetta Ponzolotto, di Ala di Trento, miracolosamente guarita nel 1977 dopo aver implorato l'aiuto di padre Leopoldo.

Dopo il ripetuto canto del Kyrie, il card. Pietro Palazzini, Prefetto della S. Congregazione per le cause dei santi, accompagnato dal postulatore padre Bernardino da Siena e dall'avvocato concistoriale Giulio Dante, si presentò al Santo Padre e gli domandò che venisse fatta la canonizzazione: “Beatissimo Padre, la santa madre Chiesa chiede che Vostra Santità iscriva il beato Leopoldo da Castelnovo nell'albo dei santi, e come tale sia invocato da tutti i cristiani”.

Con il canto delle litanie, risuonante in tutta la piazza, s'invocò l'aiuto di Dio e dei santi. Il Papa pronunciò solennemente la formula di canonizzazione: “Ad onore della SS. Trinità, per l'esaltazione della fede cattolica e l'incremento della vita cristiana, con l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e nostra, dopo aver lungamente riflettuto e invocato ]'aiuto di molti nostri fratelli nell'Episcopato, dichiariamo e definiamo santo il beato Leopoldo da Castelnovo, lo iscriviamo nell'Albo dei santi e stabiliamo che in tutta la Chiesa esso sia devotamente onorato tra i santi”.

Erano quasi le 10.30. Tutta piazza San Pietro e le adiacenze vibrarono, sotto gli scroscianti festosi applausi della folla, ai quali s'aggiunse il corale canto gregoriano del Gloria in excelsis Deo. Anche il cielo, grigio di nuvolosità a intermittenze, s'aprì in un bel sole, che rese più splendente l'immagine di San Leopoldo nell'arazzo pendente dalla loggia centrale. Il cuore di tutti, particolarmente dei croati e dei padovani, batteva a festa. Altrettanto avveniva a Padova, specialmente nella chiesa dei Cappuccini e adiacenze alla tomba e al confessionale di padre Leopoldo, gremite di migliaia di fedeli.

 

 

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