I CAPPUCCINI DI VENETO E TRENTINO UNITI IN UNICA PROVINCIA

Scritto da Padre Giovanni on .

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Una sola grande Provincia dei Cappuccini per il Nordest italiano.

In forza del decreto firmato dal loro Ministro generale il 3 marzo 2014, a Padova, si costituisce la Provincia Veneta dei Frati Minori Cappuccini, risultante dalla «unificazione» di due circoscrizioni religiose: la Provincia Veneta di Sant’Antonio e la Provincia di Trento della Santa Croce, presenti la prima nel territorio delle Regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia, la seconda nella Provincia autonoma di Trento.

Attualmente, la Provincia Veneta è formata da 210 religiosi in 15 case.

È presente in Angola dal secondo dopoguerra (con 95 frati, tra missionari e autoctoni), in Grecia dal 1989 (15 frati) e in Ungheria dal 2001 (11 frati).

Un primo insediamento di Cappuccini in Veneto, a Verona, risale al 1527; ma è del 1535 la costituzione della Provincia religiosa, che all’epoca comprendeva il territorio delle Tre Venezie e parte del Ducato Mantovano.

L’unificazione delle due realtà religiose – che hanno alle spalle molta storia e ricche tradizioni, con figure spirituali e missionarie di spicco, pur operando in contesti culturali diversi – è il risultato di un percorso condiviso e avviato da tempo.

Nel 2011, i frati veneti e trentini, riunitisi in occasione dei loro Capitoli provinciali, si espressero favorevolmente sulla «unificazione» delle loro due circoscrizioni religiose in un’unica Provincia, e sulle tappe intermedie del percorso.

La nuova «Provincia Veneta dei Frati Minori Cappuccini» è intitolata alla Santa Croce e posta sotto la protezione di san Leopoldo Mandić. In tal modo, viene a ricostituirsi l’antica «Provincia Veneta» eretta da fra Giovanni da Fano nel 1535, uno dei pionieri della famiglia francescana dei Cappuccini, e comprendente i territori del Friuli-Venezia Giulia, Mantova, Trentino e Veneto. Non si tratta tanto di unire le forze per far fronte al calo numerico dei frati e all’innalzamento della loro età, che comunque rimangono fattori demografici che impongono una revisione delle presenze e delle attività pastorali.

La sfida dei Cappuccini, che sta dietro l’unificazione e la nascita della nuova «Provincia Veneta», è infatti quella di una riqualificazione in rapporto al carisma francescano, che ha nella fraternità, nella minorità e nella itineranza valori che chiedono di essere praticati in contesti sociali e culturali in rapido mutamento.

D’altra parte, già nel 2009, lo svizzero fr. Mauro Jöhri, Ministro generale dei quasi undicimila Cappuccini sparsi nel mondo, scrivendo ai Ministri provinciali dell’Italia, affermava che «le nuove situazioni di scarsità vanno affrontate con la serenità di chi sa che a ciascuno è richiesto non tanto il successo, quanto l’impegno della fedeltà.

Ciò che si deve assolutamente evitare è la vera sconfitta della vita consacrata, che non sta nel declino numerico, ma nel venir meno dell’adesione spirituale al Signore e alla propria vocazione e missione».

 

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